Carissimi,
sulla scia del post Facebook dell’autrice Laura Costantini, che ho condiviso sul gruppo Solo Editoria No Eap e che ho piacere di riportare anche qui per inquadrare meglio il discorso, vorrei brevemente trattare il tema spinoso delle recensioni a una stella.
“Vi racconto una cosa che non mi riguarda direttamente, ma che mi fa molto riflettere.
Seguo un* autor*, ci siamo scambiat* i contatti qui su FB.
So che scrive da molto tempo e sono incuriosita.
Leggo che ha messo su Amazon un nuovo titolo e, visto che ho solo settordicimila libri in lista di lettura (cartacei e e-book), perché non aggiungere il settordicimilaunesimo?
Vado su Amazon, apro il link al titolo, guardo le recensioni e ne trovo una monostella, ma (caso raro) accompagnata da un commento che, sostanzialmente, taccia quest* autor* di essere totalmente analfabeta, al punto da aver prodotto un testo pieno di refusi e con una punteggiatura del tutto sballata.
Mi pare strano. Da quel che leggo sui post di questa persona, dall'amore che professa per i testi ben fatti, mi pare impossibile.
Controllo se il titolo in esame permette la lettura dell'estratto. Sì, lo consente. E quindi lo leggo. E trovo una scrittura pulita, efficace, anche colta. Punteggiatura perfetta. Acquisto l'e-book. E vorrei commentare la recensione monostella con una serie di insulti sanguinosi.
Non lo faccio, ma rifletto. Quanti possibili lettori si sarebbero presi la briga di controllare? E quanti, invece, avrebbero preferito passare oltre sulla base delle mendaci affermazioni di quell'utente incarognito? Sì, incarognito. Perché puoi scrivere che la storia non ti piace, che i personaggi sono sciocchi, che ti sei annoiato, che volevi un poliziesco e quello non lo era e tu non l'hai capito. Sarebbe una questione di gusto e sui gusti, si sa, non si discute. Ma affermare che l* autor* non sa scrivere né usare la punteggiatura è una bugia bella e buona. E andrebbe segnalata.”
Laura Costantini
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Quanti di noi, giovani o meno giovani autori, hanno avuto un’esperienza diretta o indiretta in questo senso? Quasi certamente molti. Nell’epoca social, dove è possibile denigrare chiunque coperti dall’anonimato, è difficile rimanere immuni da un commento negativo, tanto più se la scrittura è corretta, il racconto interessante e i personaggi ben delineati.
Ma chi sono questi detrattori seriali? Spesso e volentieri, oltre ai comuni haters, sono colleghi autori, frustrati, fragili, velleitari, egoriferiti, indotti dalla loro pochezza a imporre il prorio nome, denigrando altri autori, magari non ancora noti ma validi. Spesso costoro sono spinti da sentimenti, non esattamente elevati, di vendetta, o peggio, di invidia, ma non di invidia “sana” (quella che riconosce la bravura dell’altro che è di stimolo a migliorare), ma quella patologica, “cattiva”, che porta ad affossare l’altro e a volerne la morte editoriale.
Io stessa, per esempio, oltre ad aver avuto esperienze del tutto analoghe a quella avuta da Laura, sono stata con “L’Aquila d’Oro – Sulle tracce del Quarto Raich” ridicolmente accusata da una persona priva di discernimento di essere filonazista (mi sono fatta una risata ovviamente). Con “Chiamata dall’Inferno” ho fatto una seconda esperienza: un autore (peraltro da me individuato) non si è fatto una ragione della buona accoglienza avuta dal mio romanzo e quindi si è scatenato su di me.
1) I lettori come possono non farsi condizionare dalle recensioni monostellate?
Leggendo sempre, se disponibili, le anteprime dei libri, quindi fidarsi della propria capacità di giudizio; se non disponibili, leggendo le anteprime di altri romanzi dell’autore. Inoltre possono, se l’autore ha un blog, leggere magari le sue recensioni e valutare quanto sia alfabetizzato.
2) Gli autori colpiti come possono difendersi da questi pseudo-recensori?
Ovvio: “Non ti curar di lor, ma guarda e passa”.
N.B. L'articolo fa riferimento alle recensioni visibilmente fake e non alle recensioni ben argomentate. Chiunque deve essere libero di esprimere il proprio giudizio, sia in positivo sia in negativo.
COMMENTI AL POST SULLE RECENSIONI A UNA STELLA (Dal FB gruppo "Solo Editoria No Eap")
Greta Colonna
Scandaloso! A volte mi chiedo il perché di tanta cattiveria che gira. Invidia?
Eleonora Scali
A parte le recensioni, io leggo sempre l'estratto. La qualità di scrittura, da quello, si capisce al volo.
Le recensioni da una stella provengono spesso (per non dire sempre) da altri autori frustrati. È un atteggiamento meschino... molto meschino. Io stessa non ne sono stata immune. "Fa parte del gioco" di esporsi. Grave è invece dare credito a queste recensioni fatte solo per affossare un autore.
Selene Luise
Io personalmente non leggo mai le recensioni dei libri che non conosco. Preferisco approcciarmi a un nuovo titolo con la mente sgombra, totalmente scevra da pregiudizi in modo tale da potermi fare un giudizio autonomo sul libro, una volta letto.
Quanto a recensioni non lusinghiere, spesso è lapalissiano che gli scriventi stessi hanno capito ben poco del testo che commentano oppure l'invidia, qualora ci sia, li accechi a tal punto da indurli a scrivere dei commenti, nella migliore delle ipotesi, contraddittori, come ho potuto constare io stessa.
ATTENDO ALTRI VOSTRI COMMENTI E ANEDDOTI!
Diciamo che esistono anche le recensioni negative motivate. Non si può piacere a tutti e quello che per alcuni è un pregio di una storia, per altri può essere un difetto. Lo dico perché ho partecipato a parecchi dibattiti su questo argomento e mi sono vista attaccare da lettrici/autrici che rivendicavano il sacrosanto diritto di commentare un titolo con una sola stellina senza neanche argomentare il perché di un giudizio tanto negativo. Opinioni, pareri. Tutto giusto finché, come nel caso che tu hai riportato, non si finisce col calunniare un autore e il suo lavoro. Per quel che mi riguarda, recensisco i libri che ho apprezzato (da tre stelle in su). Se non li ho apprezzati, preferisco non parlarne. Perché? Semplice. Spesso le storie e le scritture che mi hanno fatta fuggire a gambe levate, vengono omaggiate da centinaia, se non migliaia, di pareri superpositivi. E se ci si azzarda a evidenziare le pecche (parliamo di grossolani errori di grammatica e sintassi) si viene subito linciati sulla pubblica piazza. Alla mia età voglio essere serena e continuare per la mia strada di lettrice attenta e di autrice che cerca di dare sempre il meglio. Grazie per la citazione.