Cari lettori e autori,
questa intervista è dedicata alla casa editrice "O.D.E. Orizzonte Degli Eventi", una casa editrice No Eap (link elenco in calce), che personalmento apprezzo moltissimo. No Eap, per chi ancora non lo sapesse sta per "No editoria a pagamento", vale a dire l'unica e vera editoria degna di questo nome, perché non chiede alcuna forma di co-investimento agli autori. Purtroppo il “carnevale editoriale italiano” vede “tipografie acchiappatutto” (“se mi paghi, ti pubblico”) indossare la maschera di Editori per stampare libri a carico degli autori (ingenui o affetti da vanity press).
Pubblicare con case editrici a pagamento è sempre un’ultima ratio per chiunque, anche purtroppo per i rari casi di geni incompresi. Diverso sarebbe se queste sedicenti “case editrici” avessero l’onestà di non definirsi case editrici, adottando quindi una definizione che non rispecchia la loro reale natura, ma di chiamarsi “tipografie con servizi aggiuntivi”: ne guadagnerebbero di rispettabilità.
Purtroppo c’è un falla nella regolamentazione dell’editoria. Un lettore dovrebbe avere il diritto di sapere se il libro che ha intenzione di acquistare è di una casda editrice vera o di una tipografia che si fa passare per casa editrice. Forse sarebbe sufficiente un contrassegno in copertina.
In un momento di così grande difficoltà per l’editoria in generale, e ancor più per la microeditoria e la piccolo-media editoria, l’invito di curiosare nei siti degli editori indipendenti è quanto mai valido. Suggerisco caldamente a tutti di navigare nel sito di O.D.E. Edizioni per conoscere le sue perle editoriali. In calce all’intervista è il link dell’Editore.
E ora lascio con piacere la parola a Barbara Parodi che ringrazio per il tempo che mi ha dedicato e per la chiarezza con cui ha risposto alle domande.
Dopo aver letto l'articolo, non dimenticate di cliccate nel link che troverete in calce!
Com’è nata la casa editrice O.D.E. Edizioni?
La O.D.E. ORIZZONTE DEGLI EVENTI EDIZIONI è nata come nascono i sogni: credendoci. Da tempo avevo in mente di aprire una Casa Editrice e trovarmi così dall’altra parte della barricata. Ho semplicemente colto il momento giusto per farlo. Dovevo essere sufficientemente matura e dovevo essere sostenuta dalle persone giuste.
Che cosa vi contraddistingue rispetto ad altre case editrici?
Credo che gli aspetti caratteristici della O.D.E. siano molteplici. Da un lato l’assoluta passione per il lavoro che porta alla cura dei testi e delle persone. Dall’altro la grande e maniacale attenzione ai dettagli che porta i manoscritti a essere puliti, corretti, stimolanti. In ultimo, la ricerca di storie che escano dai cliché presentando personaggi reali, vivi.
Cosa significa oggi essere un editore indipendente?
È una domanda difficile. Essere un editore indipendente significa lottare ogni giorno affinché il progetto in cui crediamo non svanisca. Significa comunicare apertamente e sinceramente con i propri autori rendendoli partecipi. Significa anche scontrarsi con idee e preconcetti che talvolta affossano le piccole realtà sotto il peso di errori commessi da altri.
Cosa vuol dire svolgere il mestiere di editore?
In una parola? Dedizione. Il mestiere dell’editore, soprattutto quello fatto in piccole realtà, è totalizzante. Non ci sono ore libere, non ci sono vacanze né malattia. Ogni momento della giornata è scandito da contatti, lavoro, telefonate, mail, idee e progetti. È meraviglioso, ma bisogna fare i conti con il tempo che spesso è impietoso.
Qual è l’errore o quali sono gli errori che, secondo voi, un autore emergente commette nel presentarvi un proprio progetto editoriale?
Gli errori che trovo più spesso sono tre. Il primo, molto più diffuso di quanto si pensi, è l’assenza della benché minima educazione. Gli autori non si presentano, non salutano né ringraziano, inviano una mail senza oggetto o corpo del messaggio nel quale schiaffano il proprio manoscritto. Il secondo è la mancanza di una sinossi adeguata. Purtroppo sinossi e quarta di copertina vengono confuse fra loro cosicché al posto di un documento che potrebbe aiutarci nella valutazione ci troviamo di fronte a un maldestro tentativo di venderci il libro. L’ultimo, ma non meno importante, è la scarsa cura dei manoscritti. Accenti che diventano apostrofi, errori grammaticali… Se non si ha cura per primi del proprio manoscritto si lancia il messaggio che quel manoscritto non significhi nulla. E non invita di certo un editore a investirci sopra.
Il mondo editoriale ormai è molto ampio, le case editrici sono davvero numerose. Purtroppo non tutte sono realmente 100 per cento no eap e in molti optano per l’auto-pubblicazione. Perché un autore dovrebbe rivolgersi a voi?
Perché le realtà serie esistono ancora. Una Casa Editrice investe sul manoscritto, ciò significa che si prende cura di ogni aspetto, dalla grafica alla correzione. Un autore che affida il manoscritto a una CE sa in primis che qualcuno crede nella sua storia (e questo non è per nulla scontato); secondariamente sa che verrà fatto un lavoro approfondito per rendere al meglio la storia. Avere l’appoggio di figure professionali è importante, soprattutto quando si è alle prime armi.
Quanto per voi è importante la figura dell’editor per accompagnare l’autore nella fase antecedente alla pubblicazione?
La fase di editing è, credo, quella più delicata e importante. I manoscritti spesso presentano criticità che all’occhio dell’autor* non sono evidenti. Affinché una storia possa rendere al meglio è necessario un lavoro di fino che aiuti l’autor* a tirare fuori tutto il potenziale. Spesso viene confuso l’editing con la CdB (correzione di bozze). L’editing scava nella storia portando alla luce criticità di trama, personaggi, contraddizioni, errori. La CdB, invece, viene fatta a editing concluso e ha il compito di individuare i refusi.
Che cosa cercate e che cosa escludete?
Cerchiamo storie che nascono da una urgenza di raccontare qualcosa. Abbiamo bisogno di sentire la voce dell’autor* nel testo, di percepirne il bisogno, la passione, il sogno. Ci siamo specializzati nel romanzo e nelle raccolte di racconti, escludendo saggistica, poesia, manga e fumetti, biografie e autobiografie. Questa scelta è stata dettata dalle competenze del team, indirizzate verso la narrativa.
Quali caratteristiche cercate in un autore?
Innanzitutto cerchiamo persone con cui creare un buon rapporto umano e professionale. L’idea di base è che per cooperare è necessario l’affiatamento. Quindi nessuna prima donna, per intenderci, e nessuna presunzione di superiorità. Gli autor* che collaborano con la O.D.E. Edizioni hanno una propria voce narrativa. Potrà sembrare banale, ma è difficile essere riconoscibili. Cerchiamo persone che abbiano qualcosa da raccontare e che lo facciano attraverso una propria visione e un proprio stile.
Come scegliete un manoscritto?
Sulla base di quanto ho detto a proposito dello stile e delle storie. Un manoscritto deve avere voce, deve avere trama e deve emozionare in primis noi. Cerchiamo i sentimenti, la psicologia; non vogliamo prodotti stereotipati fatti a stampo.
Qual è stata la prima pubblicazione della vostra casa editrice e perché la scelta è ricaduta proprio su quel testo?
La nostra prima uscita è stato un fantasy che poi, per motivi personali dell’autrice, è stato ritirato.
Che cosa pensate dell’“editoria” a pagamento?
Non la definisco editoria. Da sempre sono esistite tipografie, quindi perché non continuare a chiamarle con quel nome? L’editoria è una impresa e come tale prevede rischi: se si pongono i rischi sulle spalle dell’autor* di quale impresa stiamo parlando? Purtroppo esistono diversi fattori che spingono gli aspiranti autor* verso le EaP: in primo luogo la fretta, poi l’assenza di autocritica. Se un libro viene scartato da tutte le CE conviene porsi il problema, conviene domandarsi se la storia non sia da rivalutare e riscrivere, invece di ostinarsi e finire col pagare migliaia di euro per veder stampato qualcosa che ha delle criticità.
Quali generi narrativi e stili preferite?
Difficile rispondere. Non esiste uno stile unico, ma uno per ogni autor*. La cosa importante è l’emozione. Se c’è l’emozione allora se ne può parlare.
Preferite il cartaceo o l’ e-Book?
La O.D.E. Edizioni è nata principalmente come digitale e in Print on Demand per quanto riguarda il cartaceo. Esiste una pratica molto (troppo) diffusa nel mondo dell’editoria che dal mio punto di vista è inaccettabile: il macero. Stampare copie di un libro prevede il consumo di carta, inchiostro, macchinari, insomma è una forma di inquinamento. Ora, ci sono libri che riescono a finire le copie stampate, ma la maggior parte no, inutile nascondersi. Tutti quei libri che non vengono venduti finiscono al macero: un sogno che viene buttato via come spazzatura.
La distribuzione oggi è ardua. Spesso si limita all’essere prenotabile in una libreria. Pochissime Case Editrice (tutte le major per intenderci) sono presenti a scaffale in tutte le librerie, è fisiologico. In Italia ci sono circa 3700 librerie: si fanno presto i conti di quante copie servono per ogni libro per essere a scaffale. E da qui, ecco spiegato il macero: tonnellate di pagine buttate.
Quindi,dopo questa lunga premessa, ecco perché credo che il digitale e il PoD (Print on Demand) siano la forma di editoria più affine a me e al rispetto che nutro per i libri, e la scelta più responsabile per l’ambiente.
Quali progetti avete per i prossimi anni?
Progetti sempre tanti, tempo a disposizione per realizzarli sempre meno! Abbiamo molte idee, alcune delle quali prenderanno vita nel prossimo futuro.
Che cosa vi rende soddisfatti di questo mestiere e che cosa no?
Sono soddisfatta quando l’autor* è contento del lavoro svolto e i lettori manifestano il proprio consenso alle storie. Sono soddisfatta quando vedo un titolo O.D.E. Edizioni scalare la classifica senza trucchi né inganni, ma solo per la grande forza della storia raccontata. Sono soddisfatta quando posso addormentarmi serena, consapevole di aver svolto il mio lavoro con serietà, professionalità e onestà.
A vostro avviso perché siamo più un paese di aspiranti autori che non di lettori e di chi è la responsabilità se si legge così poco?
Argomento spinoso. Vi è una tendenza in corso che sminuisce la scrittura, rendendola un prodotto di bassa qualità. I grandi libri del passato vengono considerati superati, prolissi e noiosi in virtù di una semplificazione che porta ad abbassare la qualità di ciò che leggiamo. Leggere è formazione, ossia avere spesso un vocabolario a portata di mano per imparare parole.
Lo scrittore è un creatore di mondi.
Lo scrittore ama la parola scritta e la rispetta.
Per diventare scrittori è necessario formarsi e studiare, e per fare questo bisogna leggere i grandi libri della storia della Letteratura. Non si può pensare di saper scrivere di qualità senza aver avuto una buona formazione. Sarebbe come pensare di poter costruire una casa con la licenza media.
Volete dare qualche consiglio agli scrittori emergenti?
Credeteci sempre e abbiate sempre rispetto per il vostro lavoro. Leggete tanto, spaziate in più generi e createvi un bagaglio.
Qual è la collana che vi rende maggiormente orgogliosi?
Tutte, senza alcuna preferenza.
Dove sono acquistabili i libri da voi editi?
I nostri libri sono tutti acquistabili sullo store Amazon e sono tutti disponibili per Kindle Unlimited.
Il vostro sogno come editori?
Il mio sogno è quello di continuare la strada intrapresa. La O.D.E. Edizioni è stata costruita pezzo dopo pezzo partendo da zero e sono orgogliosa di quanto fatto fino a qui. La strada talvolta è in salita, ma è nella sfida quotidiana che trovo la forza per andare avanti e nell’appoggio di collaboratori non solo professionali ma anche entusiasti.
Grazie per le bellissime domande, è stato davvero un piacere.
Barbara Parodi
Grazie, è stato un piacere anche per me!
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