
Amici lettori e autori,
sono lieta di annunciarvi una nuova rubrica: L'intervista all'editore. Per “editore” intendo ovviamente Editore vero (editore che sceglie) e non pseudo-editore, forse più onestamente definibile “tipografo a pagamento asso piglia tutto". Sull’editoria a pagamento mi sono abbondantemente espressa in più di un’intervista, ma credo che valga sempre la pena ricordare che esiste una netta differenza deontologica tra un Editore che non chiede contribuiti alla sua forza lavoro, ossia gli autori, e uno pseudo editore che, facendo leva sul “vanity press” di aspiranti scrittori, chiede loro contributi, spesso anche per un servizio letterariamente scadente (contenuto grezzo, struttura disorganica, sbilanciamenti narrativi, refusi ed errori grammaticali). Molti autori che si rivolgono all’editoria a pagamento affermano che preferiscono pagare pur di essere sicuri di avere un buon lavoro di editing , perché spesso l’editing nelle NoEap è ritenuto scarso, se non inesistente (può essere vero, ma accade anche con le Eap). Ebbene, vi posso garantire che non è il caso de Il Ciliegio Edizioni. Gli autori qui sono affidati alle cure di un editor scrupoloso e attento. Questi segue l’autore passo passo, oserei dire in modo quasi scientifico. Il lettore così ha la garanzia di leggere un buon testo, che aggiungerà e non sottrarrà niente alla propria cultura.
Ho avuto il piacere di intervistare Giovanni Maria Pedrani, direttore editoriale de Il Ciliegio che ringrazio per la sua disponibilità e chiarezza.
E ora entriamo nel vivo dell'intervista.

INTERVISTA
Com’è nata la casa editrice da lei diretta?
La casa editrice Il Ciliegio è nata nel 2003 da un’idea di Giovanna Mancini, un’autrice di testi di spiritualità che voleva continuare a pubblicare i propri libri, dopo tanti successi con altre realtà editoriali.
Che cosa vi contraddistingue rispetto ad altre case editrici?
Gli elementi fondamentali sono la qualità delle nostre creature letterarie e la passione con cui mettiamo al mondo le nostre opere insieme ai nostri autori e ai nostri collaboratori.
Qual è l’errore o quali sono gli errori che, secondo voi, un autore emergente commette nel presentarvi un proprio progetto editoriale?
Sarebbe utile che gli autori conoscessero qualcosa di più del mondo editoriale. Capirebbero le dinamiche di realizzazione di un libro ma soprattutto il contesto in cui si troverà la propria opera una volta uscita.
Qualche tempo fa abbiamo pubblicato un saggio chiamato “Una vita da direttore editoriale” che svela proprio tutti i segreti di una casa editrice, con uno spirito ironico, ma contemporaneamente dando un aiuto agli autori esordienti.
Il mondo editoriale ormai è molto ampio, le case editrici sono davvero numerose e in molti optano per l’auto-pubblicazione. Perché un autore dovrebbe rivolgersi a voi?
L’autopubblicazione è un’ottima strada per tastare il polso della propria scrittura e per iniziare a proporre un’idea al mercato, specialmente se non si trovano case editrici disposte a pubblicare la propria creatura. Si tratta quindi di una strada alternativa ma che non va esclusa.
Rivolgersi a una casa editrice come il Ciliegio, vuol dire entrare in un contesto strutturato, dove il libro viene gestito come un progetto, affidato a dei professionisti (editor, grafici, impaginatori) e poi a un distributore di grande rilevanza nazionale che ne curi la diffusione.
Quanto per voi è importante la figura dell’editor per accompagnare l’autore nella fase antecedente alla pubblicazione?
L’editor è la persona più importante del processo di realizzazione del libro.
Intanto rappresenta gli occhi della casa editrice. Ma soprattutto è una figura chiave per cui nutriamo la massima stima. Ogni editor segue spesso più libri contemporaneamente, ogni volta deve entrare nella testa dell’autore, proiettando la propria capacità su mondi diversi: un giorno è su un’astronave, un’altra volta si trova in una guerra fra streghe e maghi, un’altra volta ancora deve divincolarsi in un saggio molto complesso. Un eroe!
Che cosa cercate e che cosa escludete?
La metà della nostra produzione è legata all’infanzia. Sono le nostre “ciliegine”, testi per varie fasce d’età, spesso usati nelle scuole, corredati da schede didattiche realizzate da pedagogisti.
La maggior parte sono ad alta leggibilità e ci sono spesso inbook, per educare alla lettura.
Le altre nostre collane spaziano su vari generi: thriller, fantasy, spiritualità, benessere, teenager, testimonianze di vita, saggi…
Come scegliete un manoscritto?
Per la selezione dei manoscritti esistono due comitati di lettura, uno per l’infanzia e l’altro dedicato ai testi per adulti.
Ogni valutatore, che firma un accordo di riservatezza, deve compilare una scheda dettagliata e deve attenersi a una procedura ben precisa.
Ovviamente l’ultima parola spetta alla casa editrice stessa, nelle persone della titolare e del direttore editoriale, che mettono insieme vari elementi, oltre ai responsi delle commissioni.
Qual è stata la prima pubblicazione della vostra c.e. e perché la scelta è ricaduta proprio su quel testo?
La prima pubblicazione è stata “I pensieri degli angeli”, un testo scritto dalla fondatrice del Ciliegio. Aveva avuto tanto successo con il precedente editore, al punto che Giovanna Mancini decise di costruire una casa editrice per poterlo promuovere ancora.
Che cosa pensate dell’“editoria” a pagamento?
Il Ciliegio è no EAP per una scelta storica che continua a perseguire con successo.
Comprendiamo la volontà di molte case editrici di avere subito un ritorno economico, attraverso un contributo in denaro o l’acquisto preventivo di copie, specialmente se si tratta di sconosciuti.
È una scelta di business che non abbiamo sposato. Noi preferiamo investire sugli autori anche se sono esordienti.
Quali generi narrativi e stili preferite?
Attualmente il 50% della nostra offerta riguarda l’infanzia, in moltissime forme.
Si tratta di un genere che ci appassiona tantissimo e che continua a estendersi nel nostro catalogo.
Come anticipato in una domanda precedente da tanti anni abbiamo coltivato il fantasy, il thriller, i saggi e le testimonianze di vita, oltre alla spiritualità e al benessere, che sono stati il nostro genere di esordio nel mondo editoriale.
Preferite il cartaceo o l’ e-Book?
Quasi tutte le nostre opere si declinano su entrambi i formati.
Non ci sono strumenti preferenziali. Alcuni testi, specialmente per bambini, sono più adatti da “maneggiare” in cartaceo, mentre quando pubblichiamo uno stesso libro in più lingue, è facile che un particolare idioma si trovi solo in e-book.
Su tutti i network editoriali, dal nostro sito ad Amazon, i testi si possono acquistare in cartaceo o in epub e mobi.
Quali progetti avete per i prossimi anni?
Sicuramente abbiamo come progetto di pubblicare tanti bei libri ;-)
Sono tanti gli autori che si accostano a noi e vogliono uscire col nostro marchio. Per questo riempiamo presto i nostri piani editoriali.
Abbiamo opere già programmate sino al 2023!
Volendo guardare con un’ottica lungimirante, vogliamo diversificare la nostra offerta e, specialmente per l’infanzia, approfondire soluzioni editoriali finalizzate alla “Comunicazione Aumentativa e Alternativa”.
Oltre all’offerta vogliamo incrementare anche la diffusione delle nostre opere. Il periodo attuale ha penalizzato moltissimo i contatti. Noi eravamo molto attivi alle fiere del libro e con l’aiuto dei nostri autori organizzavamo eventi e laboratori presso biblioteche, librerie ecc. Tutto questo deve riprendere in maniera amplificata e secondo un nuovo modello di lavoro.
Che cosa vi rende soddisfatti di questo mestiere e che cosa no?
Rendiamo possibile il sogno di tante persone
E quando pubblichiamo un libro noi e gli autori stessi ci rendiamo conto che quel sogno è il nostro comune sogno.
A vostro avviso perché siamo più un paese di aspiranti autori che non di lettori e di chi è la responsabilità se, soprattutto la poesia, si legge così poco?
Spesso la gente dà la colpa alla scuola, ma non è così.
Il problema nasce già in casa dove il libro viene frequentemente visto come un nemico, un dovere, una fatica da superare. E la poesia, che è ancora più complessa da capire, viene messa ancora più da parte.
I ragazzi vedono gli adulti come un modello e se non si accorgono che noi amiamo i libri e rispettiamo la cultura, faranno lo stesso. Se “dietro un bullo, c’è sempre il SUV di un genitore parcheggiato su un marciapiede”, “dietro un ragazzo superficiale c'é un genitore che non incoraggia alla lettura”.
D’altra parte è vero che, estremizzando, ci sono più autori che lettori. Il fondamento di questo paradosso deriva dal fatto che vogliamo parlare ma non siamo disposti ad ascoltare.
I social sono lo specchio di questa situazione: siamo tutti autori di post ma non siamo disposti a leggere e ad accogliere quelli degli altri.
Volete dare qualche consiglio agli scrittori emergenti?
Certo! Comprare il libro “Una vita da direttore editoriale” ;-)
Mettiamo da parte la modestia e raccontiamo che tutti gli autori che l’hanno fatto ci hanno ringraziato per aver aperto loro gli occhi. E abbiamo ricevuto degli encomi anche da altre case editrici, che ci hanno fatto i complimenti per come siamo riusciti a fare una fotografia del mercato editoriale proprio per gli autori!
Che cosa pensate delle agenzie letterarie?
Le agenzie letterarie sono uno strumento preziosissimo. Si tratta spesso di studi di professionisti che portano a conoscenza delle case editrici opere già selezionate e molto ben curate nell’editing.
Alcune case editrici si affidano esclusivamente alle agenzie letterarie proprio per questo, ignorando i testi provenienti dai singoli autori che sono spesso ancora troppo “grezzi” o poco interessanti.
Il Ciliegio ha scelto di accettare i manoscritti provenienti da tutte le fonti.


Una vita da direttore editoriale di Giovanni Maria Pedrani
