Cari lettori e autori,
questa intervista è dedicata alla casa editrice POP EDIZIONI. Come al solito, stiamo parlando di una casa editrice seria, quindi rigorosamente NoEap, vale a dire che non chiede alcuna forma di coinvestimento agli autori, cosa che invece accade spesso nel “carnevale editoriale italiano” che vede “tipografie acchiappatutto” (della serie “se mi paghi, ti pubblico”) indossare la maschera di Editori per stampare, a carico dell’autore (affetto da vanity press), le opere scartate dalle c.e. No Eap. Pubblicare con case editrici a pagamento, difatti, è sempre un’ultima ratio per chiunque, anche purtroppo per i rari casi di geni incompresi. Diverso sarebbe se queste sedicenti “case editrici” avessero l’onestà di non definirsi case editrici, adottando quindi una definizione che non rispecchia la loro reale natura, ma di chiamarsi “tipografie con servizi aggiuntivi”: ne guadagnerebbero di rispettabilità.
Purtroppo c’è un falla nella regolamentazione dell’editoria. Un lettore dovrebbe avere il diritto di sapere se il libro che ha intenzione di acquistare è di un autore pagante o pagato, una differenza sostanziale, visto che viviamo in un mondo dove tutti scrivono. Forse sarebbe sufficiente un contrassegno in copertina.
Pop edizioni è una di quelle case editrici che amo segnalarvi per serietà e originalità. L’editor qui non è un fantasma, ma una professionista con un nome e un cognome. Ancora più insidiose delle case editrici a pagamento sono, infatti, le case editrici finte No Eap, ossia quelle case che, pur di rientrare nella categoria delle No Eap, millantano servizi che non sono in grado di garantire, a cominciare dall’editing. Gli autori malcapitati si vedono così pubblicare il manoscritto tale e quale a come lo hanno consegnato, fiduciosi che sia stato supervisionato dall’editor. Spesso i complimenti ricevuti dal direttore editoriale sulla scrittura ineccepibile nascondono l’assenza di un editor. Ecco la ragione per cui gli autori riceveranno il file impaginato senza alcuna correzione.
Ringrazio il team di professionisti della Pop Edizioni per aver risposto a tutte le domande, anche alle più scomode, con trasparenza e professionalità, requisiti al mondo d’oggi indispensabili per ritagliarsi un proprio posto con onore nel mondo editoriale..
Agli autori: gli editori seri esistono, basta saperli cercare. Un’opera, se valida, troverà, prima o poi, un editore in grado di prendersene cura. Cedere all’editoria a pagamento è un pessimo biglietto da visita.
E ora buona lettura in compagnia di Pop Edizioni con Daniele Donati e Fabrizia Cileone.
Buongiorno dottor Donati, com’è nata la casa editrice Pop Edizioni?
Pop Edizioni nasce da una domanda semplice: perché la maggior parte degli scrittori non guadagna con il proprio lavoro? Scrivere è un lavoro, ed è un lavoro complesso e faticoso. Ma non è retribuito per come dovrebbe, e spesso non è retribuito affatto.
Pur di vedere pubblicata la propria opera, molti scrittori accettano condizioni contrattuali inique, tristemente radicate nel mondo dell’editoria. Ma noi, prima che editori, siamo scrittori e perciò diamo ai nostri autori il 20% del prezzo di copertina, dalla prima copia venduta fino all’ultima. Che è più del triplo di quello che gli editori più generosi riconoscono agli autori (che di solito si aggira sul 5 o 7%). Naturalmente, per poter riconoscere una percentuale così alta, abbiamo dovuto rinunciare alla grande distribuzione, online e sul territorio, che mangia gran parte del prezzo di copertina e vendiamo solo sul nostro sito e nelle librerie indipendenti che aderiscono al nostro progetto.
Siamo orgogliosamente Amazon free: l’editoria può essere davvero libera solo se non deve sottostare a colossi della distribuzione che detengono il monopolio, imponendo condizioni insostenibili per qualunque editore che voglia retribuire I propri autori.
Che cosa vi contraddistingue rispetto ad altre case editrici?
Noi abbiamo due obiettivi principali: il rispetto per chi scrive e per chi legge.
Se acquisto un libro, ho diritto a ricevere un prodotto di qualità, dai contenuti alla grafica di copertina, che abbia però un prezzo contenuto, accessibile a molti.
Da qui la scelta del nome, Pop, perché pubblichiamo libri che devono essere alla portata di chiunque. Ma non solo da un punto di vista economico, noi pubblichiamo storie che chiunque possa leggere e comprendere, senza sentirsi inadeguato o impreparato.
Ma popolare oggi coincide con scadente e sciatto. Non c’è cura, non c’è sostanza in questa quantità impressionante di libri mal scritti, mal confezionati, che giocano al ribasso e appiattiscono i concetti. Sono prodotti di evasione intesi nel senso peggiore del termine: creati per non pensare.
Noi siamo una ragionevole alternativa: libri da poter leggere senza sentirsi ottusi e senza correre il rischio di diventarlo. Parole per rilassarsi, ma non distrarsi da tutte le brutture che ci circondano. E infatti i nostri libri parlano di questioni attuali come il Revenge Porn e l’evoluzione delle abitudini sessuali sempre più improntate ai canoni della pornografia online. E parlano di razzismo, femminicidio, antifascismo e guerra, della condizione femminile nei Paesi islamici, ma sempre con il linguaggio immediato e semplice di una graphic novel o di una raccolta di racconti.
Cosa significa oggi essere un editore indipendente?
Significa non dover sottostare alle logiche puramente commerciali: accettare le condizioni imposte dalla grande distribuzione e accettare di pubblicare prodotti che costano poco e valgono altrettanto, per guadagnare il più possibile.
Noi aspiriamo a diventare sinonimo di qualità: se acquisti uno dei nostri volumi, puoi stare tranquillo che saranno soldi ben spesi. Non c’è aria fritta nei nostri contenuti, non c’è sciatteria nella grafica, nell’editing, nella qualità della carta su cui stampiamo. Abbiamo il massimo rispetto per chi scrive e chi legge.
Cosa vuol dire svolgere il mestiere di editore?
Per noi editoria significa onestà, generosità e rigore. Non esiste un altro modo per svolgere questo mestiere. Il nostro intento è di condividere con il lettore dubbi e opinioni su argomenti di cui purtroppo non si parla ancora abbastanza.
Immettere sul mercato un libro, renderlo accessibile a chiunque, è una grande responsabilità perché le parole hanno un peso, hanno uno spessore che, in chi legge, si sedimenta e si elabora. Ecco perché non si può fare questo mestiere se non con una robusta dose di onestà, generosità e rigore.
Che cosa pensate dell’“editoria” a pagamento?
Noi siamo l’esatto opposto dell’editoria a pagamento. Noi partiamo dall’idea che qualunque autore debba poter guadagnare con il proprio lavoro. L’editoria a pagamento è un raggiro, seppure legale in tutto per tutto. Spesso riceviamo lettere da autori emergenti che ci raccontano di essere stati “spellati vivi” da editori che, in cambio di un centinaio di copie, li hanno convinti a pagare migliaia di euro.
Noi lo diciamo e lo ripetiamo: l’editoria a pagamento non è editoria.
Se un editore non è disposto ad assumersi il rischio imprenditoriale di investire soldi, lavoro e tempo su un buon testo, non è un editore. Diffidate di chi vi chiede di contribuire economicamente alla stampa, o vi chiede di acquistare copie del vostro libro. Non lo distribuirà, non lo promuoverà, vive con i soldi che gli date per stampare.
Tutti i nostri autori, oltre a non spendere un centesimo per l’editing, la stampa, la promozione e la distribuzione del loro libro, ricevono il 20% del prezzo di copertina e un minimo di 30 copie gratuite del volume, di cui disporre liberamente. E ricevono vari gadget di benvenuto della casa editrice: segnalibri, cartoline, t-shirt e shopper. Noi abbiamo la massima considerazione per i nostri autori e li trattiamo con la cura che si riserva a un ospite di riguardo. Altro che “spellarli”.
Tant’è che durante il primo lockdown, quando tutte le librerie erano chiuse, abbiamo istituito un fondo economico per i nostri autori, quel bonus che lo Stato non avrebbe mai riconosciuto.
Preferite il cartaceo o l’ e-Book?
Di tutti i nostri volumi forniamo entrambe le versioni, così da permettere al lettore di scegliere.
Qual è l’errore o quali sono gli errori che, secondo voi, un autore emergente commette nel presentarvi un proprio progetto editoriale?
Buongiorno Elisa,
mi chiamo Fabrizia Cileone e sono l'editor di Pop Edizioni.
L’errore più frequente tra gli autori esordienti è la poca cura che riservano al testo. Riceviamo manoscritti zeppi di refusi, frasi monche, ripetizioni, errori di grammatica o di sintassi. Probabilmente gli esordienti ritengono che la loro inesperienza possa giustificare tanta sciatteria nella scrittura. O, ancora peggio, ritengono che l’ispirazione e l’urgenza di raccontare vengano preservate solo scrivendo di getto, come un fiume in piena. Ma un testo non sarà mai un buon testo senza una o più riscritture, senza una revisione massiccia di ogni singola parola. Scrivere è un mestiere che richiede moltissimo lavoro: la revisione è una fase imprescindibile.
Un testo con tanti errori risulta non solo più difficile da comprendere, ma dà l’idea che l’autore non abbia impiegato nessuna attenzione nel rileggerlo, valutarlo e riscriverlo.
In altri casi, invece, gli errori sono dovuti a una scarsa conoscenza della grammatica italiana e della nostra lingua. Si può imparare a scrivere bene in due modi: scrivendo ogni giorno e leggendo montagne di libri. Dalle parole di grandi scrittori si può imparare moltissimo. Bisogna studiare le parole altrui per comprendere le finezze stilistiche della scrittura e della struttura narrativa. Invece tanti aspiranti scrittori sono più interessati a scrivere che a leggere. E questo penalizza in modo sostanziale la qualità di ciò che scrivono.
Come scegliete un manoscritto?
Prima di spiegare come scegliamo un manoscritto, è importante spiegare agli autori che cosa colpisce immediatamente il nostro interesse: il testo della mail con cui ci inviano le loro opere. Per quanto possa sembrare incredibile, spesso gli autori riservano pochissima attenzione alla cura delle parole con cui si stanno presentando a noi. Il che ovviamente ci lascia ritenere che se non si è in grado di scrivere poche righe in un italiano corretto e con dei contenuti interessanti, non sarà interessante né ben scritto neppure il romanzo allegato alla mail.
La sinossi è un altro strumento utilissimo per suscitare interesse: ma la sinossi non significa raccontare per filo e per segno l’intera trama del romanzo o dei racconti – che risulta noiosissima se è una semplice, lunghissima sequenza di eventi – quanto dichiarare l’intenzione dell’opera: che cosa e perché l’autore ha inteso raccontare nel testo. Quali sono gli intenti narrativi, quali sono le motivazioni che lo hanno indotto a raccontare proprio quella storia e non un’altra.
E arriviamo al manoscritto: la scrittura deve essere impeccabile, luminosa, non pretenziosa, schietta, onesta. La trama deve essere costruita minuziosamente e senza incongruenze macroscopiche. Chi scrive deve avere ben chiaro in mente che cosa vuole raccontare. Solo così arriverà dritto al cuore di chi legge, catturandone l’attenzione e coinvolgendolo personalmente nella storia.
I personaggi devono essere ben delineati, possedere un carattere e un linguaggio che li distingue dagli altri. Uno degli errori più frequenti, nel testo di un aspirante scrittore, è far parlare tutti i personaggi con lo stesso linguaggio e stile. Questo rende la narrazione posticcia, del tutto inverosimile e il lettore ha continuamente l’impressione di leggere un brutto testo, anziché ritrovarsi immerso in un romanzo.
Infine i contenuti: noi pubblichiamo libri che affrontano argomenti scomodi, ma attuali, che affliggono questi nostri giorni. Argomenti di cui l’autore offre la propria inedita visione.
Il mondo editoriale ormai è molto ampio, le case editrici sono davvero numerose e in molti optano per l’auto-pubblicazione. Perché un autore dovrebbe rivolgersi a voi? Quanto per voi è importante la figura dell’editor per accompagnare l’autore nella fase antecedente alla pubblicazione?
Ho accorpato queste due domande, perché non si può rispondere alla prima senza rispondere alla seconda. Per qualunque autore, esordiente o già affermato, il lavoro di editing e l’editor che lo esegue è fondamentale per rendere un buon testo un ottimo testo.
Per capirci, il lavoro dell’editor rappresenta la smerigliatura finale, quella che consente a una materia pregiata di risplendere. Che permette di evidenziare, e amplificare, le caratteristiche peculiari di uno stile di scrittura e di una narrazione. Asciuga le sbavature, calibra all’interno della struttura di un romanzo il giusto peso per tutti gli elementi che lo compongono.
Oltre al lavoro dell’editor, per vendere un buon libro sono importantissime la grafica di copertina, l’ideazione di una buona quarta di copertina, l’impaginazione, persino la scelta di un tipo di carta che abbia una grammatura adatta a quel volume. Noi lavoriamo da oltre trent'anni in editoria e siamo in grado di offrire una professionalità di alto livello.
Stesso discorso vale per la promozione: se l’editore non si adopera economicamente e professionalmente per promuovere un libro, questo libro non esiste. È solo un volume tra decine di migliaia di volumi. Uno dei più grossi problemi dell’editoria di oggi è che un nuovo titolo viene promosso dagli editori al massimo per un paio di mesi, poi finisce nel dimenticatoio, perché l’editore passa alla promozione del volume successivo e così via.
Noi di Pop Edizioni, invece, abbiamo scelto di pubblicare meno titoli all’anno, proprio per poterli promuovere tutti, dal primo all’ultimo, senza data di scadenza. Per noi non ci sono libri nuovi o vecchi, ma libri, e ognuno di questi merita la massima attenzione, ogni giorno.
Altro motivo per cui un autore dovrebbe rivolgersi a noi è quel 20% del prezzo di copertina che gli spetta, dalla prima copia venduta fino all’ultima. Gli editori più corretti e generosi normalmente riconoscono all’autore una percentuale che si aggira intorno al 5-7%, che viene corrisposta solo da un certo numero di copie vendute in poi (poniamo 1000 copie, o 3000 copie). Questo perché l’editore prima di far guadagnare l’autore mira a rientrare delle spese sostenute per la pubblicazione e la promozione del volume. Ma noi di Pop Edizione, prima che editori siamo scrittori, e perciò riconosciamo ai nostri autori quel che vorremmo per noi: guadagnare con il lavoro di scrittore, al pari di qualunque altro lavoro.
A vostro avviso perché siamo più un paese di aspiranti autori che non di lettori e di chi è la responsabilità se si legge così poco?
La responsabilità è innanzitutto degli aspiranti scrittori: basta una penna o una tastiera per pensare di poter scrivere un romanzo. La scrittura è l’unica disciplina in cui, apparentemente, non servono competenze specifiche. E invece non è così. Sarebbe impensabile immaginare un musicista che non conosca le note o che non sappia suonare alcuno strumento, e sarebbe impensabile ipotizzare che un musicista ascolti solo e sempre la propria musica, o un attore di cinema o teatro che non vada mai al cinema o al teatro, e che non conosca testi teatrali.
Ma la responsabilità è anche delle case editrici a pagamento, che guadagnano migliaia e migliaia di euro lasciando credere a persone prive di talento di essere ottimi scrittori. Se qualcuno non rischia i propri soldi per pubblicare il vostro testo, non è un buon testo. Non ci sono altre verità.
Che cosa pensate delle agenzie letterarie?
Noi trattiamo solo ed esclusivamente con gli autori, non con le agenzie letterarie, perché non vogliamo intermediari che guadagnano sul lavoro altrui. Ma siamo consapevoli, anche in questo, di essere delle mosche bianche. Ormai è rarissimo trovare una casa editrice che accetti manoscritti inviati dagli autori e che non si rivolga alle agenzie letterarie. Ma oggi le agenzie letterarie, come chiunque detenga un monopolio, non hanno più la funzione di un tempo, quando bisognava tutelare l’autore e proporlo ai grandi editori. Oggi le agenzie non fanno più l’interesse dell’autore, ma il proprio. Mirano a mantenere posizioni di potere a discapito, purtroppo, degli autori e della qualità dei contenuti. Non privilegiano gli autori più meritevoli, ma quelli che ritengono più adatti a essere “smerciabili”. Abbassano il livello, conducono i giochi con scaltrezza.
Dove preferite che siano acquistati i libri da voi editi?
Sul nostro sito www.popedizioni.it e nelle librerie indipendenti che aderiscono al nostro progetto. Piccole librerie selezionate in cui poter scegliere libri di qualità. Per poter pagare i nostri autori noi non aderiamo alla grande distribuzione online e sul territorio, che mangiano gran parte del prezzo di copertina.
Volete dare qualche consiglio agli scrittori emergenti?
Esercitatevi a scrivere, scrivete e riscrivete ogni parola, leggete e imparate da chi conosce magnificamente la scrittura e l’arte del raccontare.
Proprio come si allena il corpo e la mente per una qualsiasi disciplina sportiva, allenate la scrittura: scrivete tanto, ogni giorno, e leggete molto di più. Non basta avere ispirazione, creatività e talento: per scrivere bene servono anche disciplina, determinazione e allenamento.
E quando raccontate, siate onesti, generosi e rigorosi.
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