
Genere: thriller paranormale/giallo
Premessa
Alzi la mano chi non è affascinato da storie di case infestate, ville misteriose con segreti nascosti, storie accarezzate da una brezza gotica?
Nel caso qualcuno avesse osato davvero alzare la mano, bene questo qualcuno sappia che ho appena chiuso a doppio mandata la porta della Villa al civico 180 di White Ville, dove accadono cose strane, dall’incerta natura, e che purtroppo gli toccherà restare fino alla fine. Ma fino alla fine di cosa? Beh! Esistono tanti tipi di “fine”, ma in questo caso sino alla fine della recensione. Poco male, poteva andare peggio, credetemi! Quando si entra in posti del genere non si sa mai veramente “come e se” se ne esce. Quindi, accomodatevi su queste poltroncine rifinite con filo spinato, e buona permanenza (si fa per dire) a White Ville!
Trama
Liddy, affermata autrice di libri per l’infanzia, e il suo fidanzato, lo psichiatra Eddy, decidono, dopo un “inciampo” da parte di lui su un bipede di sesso femminile, di progettare le loro nozze. Cercano il loro angolo di paradiso e lo trovano nel quartiere di White Ville, dove è in vendita la villa dei loro sogni a un prezzo molto accattivante. Ma poteva mancare un "però"?: si tratta di una villa dal passato sinistro, essendo stata scenario dello sterminio di un’intera famiglia, i Drake, e dal presente altrettanto inquietante, visto che, nel cuore della notte, pare che si sentano delle urla all’interno dell’abitazione.
Liddy si trasferisce subito nella villa, mentre Eddy, impegnato con un paziente difficile, dovrà rimanere fuori città.
Liddy, come i precedenti inquilini, sentirà di notte dei rumori strani e delle urla. Aiuto! Si tratta solo di autosuggestione? Sta impazzendo? Forse davvero le anime dei componenti della famiglia Drake hanno bisogno di aiuto? E se la villa nascondesse un terribile segreto? Quale mistero potrebbe celarsi tra le sue mura? Liddy che cosa deciderà di fare? Scapperà come i precedenti inquilini o deciderà di restare?
***
Paura eh? Vi do una dritta interessante: siccome è meglio non aggirarsi per la villa in cerca del bagno, sotto la poltroncina, per gentile concessione della ASL di White Ville, trovate una confezione di pannoloni… Non si sa mai…
Bene. Possiamo continuare.
Immaginate di trovarvi nella vostra nuova villa, nella casa dei vostri sogni e immaginate però anche di non sentirvi al sicuro proprio laddove dovreste sentirvi maggiormente protetti, come se un’ombra distruttiva fosse in procinto di portarvi alla pazzia. Ed ecco che il vostro angolo di paradiso diverrebbe immediatamente il luogo dell’incertezza, un territorio oscuro, uno spazio da dividere con una forza minacciosa e incomprensibile.
***

Un po' di ansiuccia è? Forza, camomilla per tutti, offerta dalle presenze della Villa! Sì, dalle presenze. Perché non credete alle presenze? Pensate che Liddy sia una povera pazza? No, dai, è un’autrice certamente dotata di fantasia, ma non pazza. Datele il beneficio del dubbio, e che diamine! Insomma quei rumori qualcosa devono pur essere o no? Pensate che siano semplici scricchiolii dovuti a cause pratiche? Topi che sgranocchiano i fili elettrici? La grondaia che si diverte a produrre suoni strani? Bene, allora perché non restate chiusi qui dentro di notte da soli?
No, non voglio avere responsabilità. Vi lascerò uscire, ma prima dovete conoscere la mia opinione!
***
Il mio soggiorno qui a White Ville è stato pienamente partecipe. Tutti gli accadimenti che l’autrice ha messo in scena, mi hanno inchiodato sulla mia poltroncina. Mai un attimo di noia. Mai una riga saltata. Un romanzo che ho letto velocemente, calandomi nella narrazione e lasciandomi coinvolgere in ogni singolo passaggio.
Commento
Un intreccio accattivante e personaggi ben delineati, senza abbondanti descrizioni o caratterizzazione fisiognomica che viene, viceversa, lasciata all’immaginazione del lettore. La narrazione si modella perfettamente alle diverse corde psicologiche dei personaggi. In “Le urla di White Ville” la suspense è garantita, non solo dalla capacità dell’autrice di tenere viva la curiosità del lettore, ma anche dal sospetto instillato che si tratti di una casa infestata, quindi ancora occupata dai suoi vecchi abitanti morti, come detto, per morte violenta e senza aver avuto giustizia. Nessun responsabile? Già! Proprio così. Liddy è sola, in compagnia della sua inquietudine, che noi lettori respiriamo tutta. Liddy non riesce a inquadrare bene gli abitanti di White Ville e con lei, di nuovo, anche noi. Già, noi poveri lettori non sappiamo decifrare i loro comportamenti o, ancora meglio, non sappiamo di doverli decifrare.
L’autrice ha costruito una storia non banalmente catalogabile nelle “solite” storie di spettri, poltergeist, luoghi infestati, ma ha proposto un racconto dalle tinte oscure che afferiscono più alla dimensione psichica dei personaggi e di ciò in cui credono. Ciò che è spaventoso è ciò che si paleserà a noi lettori sul finale.
La storia procede come una matassa di filo spinato che si srotola, fino ad arrivare davanti ai nostri occhi, a quel punto, vi garantisco, che le urla saranno anche le nostre.
In questo romanzo tutto è ben calibrato e per questo efficace.
CITAZIONI
La verità è che mi innamorai subito di White Ville. Alberi verdi e rigogliosi incorniciavano la strada principale, che si snodava sinuosa fra le villette – modeste ma eleganti – dell’isolato. In prossimità dell’incrocio maggiore, che portava oltre il quartiere, c’era un parco giochi immerso nel verde. Fra prati ben tenuti e altalene pulite, i bambini correvano felici in quella splendida domenica mattina.
***
«Eddy, non crederai a quel mucchio di sciocchezze? Finora questa è l’unica casa che abbiamo visto che soddisfa appieno tutte le nostre esigenze. Non è molto lontana dalla città, non è molto costosa e il quartiere mi piace». *** Trascorsi il resto della giornata a fare pulizie e a sistemare la dispensa secondo le mie preferenze. Durante quelle ore non avevo fatto che pensare a quanto detto da Marlee e Joe quella mattina. Era evidente che le leggende legate alla mia casa fossero ben radicate, ma non avrei mai immaginato che il solo nominare il 180 di White Ville avrebbe destato simili reazioni nella gente.
TEMI
Paura
Ne “Le urla di White Ville” la paura è una risorsa da utilizzare per arrivare alla verità, al pari della curiosità.
Coraggio
E siccome non c'è coraggio se non c'è paura, il compito di Liddy è dominare la paura, andare oltre essa.
Non posso dire altro: rischierei da fare spoiler.
STILE NARRATIVO
Fluido e gradevolissimo. Una scrittura pulita, essenziale e, all’occorrenza, poetica. Nessun fronzolo e nessuna digressione che allontani dal focus della storia. A narrarci la storia è la stessa Liddy. Solo nell’epilogo l’io narrante non è più Liddy. L’autrice, difatti, cambia la tecnica narrativa e passa al narratore onnisciente.
***
La porta è aperta, la recensione è finita... andate in pace! (si fa sempre per dire!) 👀
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