
DESCRIZIONE/QUARTA DI COPERTINA
Un romanzo, tre storie: quella di un uomo in fuga da una vita infelice e dalle sue responsabilità; quella di una donna misteriosa con parenti ultrareligiosi e amicizie ambigue; quella di un commissario acuto ma stronzo, insopportabile e, per questo, solo e isolato.
Tre vite che si legano e si scontrano, sullo sfondo dei loro demoni interiori e di quelli che arrivano da qualche altro luogo, fino alle estreme conseguenze.
Una setta di esorcisti deviati, che conduce esperimenti su uomini e donne posseduti, con l’obbiettivo non di liberarli ma di controllare i fenomeni, e i demoni, per portare la “loro Fede” alla vittoria.
Queste le vicende che si snodano fra la Sardegna e la Lombardia, con la realtà di tutti i giorni a fare da cartina tornasole, in un vortice di terrore, dolore, sangue e paura.
Un racconto in cui ogni personaggio cerca una sua forma di redenzione, nutre i suoi demoni e, piaccia o no, ha le sue buone ragioni.
RECENSIONE
Libro letto per il Gruppo di lettura "Solo Editoria No Eap"
Una lettura pentastelluta con un incipit ironico che tutto fa pensare meno che "Anime immonde" sia un romanzo di genere horror.

PREMESSA
Come quasi sempre faccio, vi riporto il mio primo giudizio di pancia dato all’autore non appena terminata la lettura del suo libro. Il romanzo di Vivona si fa leggere e si fa leggere anche dai non amanti del genere horror come me, soprattutto se lo splatter è generosamente elargito al lettore (nel caso di “Anime immonde” è abilmente dosato dall’autore). Che dire? Due giorni di lettura vorace. Ho letto questo libro birichino (non è una favola per bambini, ovviamente!) ovunque potessi e in qualsiasi momento, non badando a orari. E quindi, come si evince dal messaggio di cui sopra, mi è piaciuto. La storia carbura fin dall’inizio, anzi, la prima parte è quella che personalmente mi ha coinvolto di più, rendendomi sempre più curiosa. perché davvero volevo scoprire dove la storia andasse a parare. L'incipit è davvero originale per un romanzo horror: potrebbe far pensare a una commedia ironica.
Ho apprezzato anche la quarta di copertina, che rende perfettamente giustizia al romanzo e incuriosisce a dovere. Il lettore quindi si può fare un’idea chiara di ciò che andrà a leggere.
RECENSIONE
"Ho visto i tavoli insanguinati dove quelle cose banchettavano e, nella pochissima luce del crepuscolo alieno, delle ossa, forse umane e forse no, mandarono dei tenui bagliori come carezze nelle tenebre."
“Anime immonde” è una storia dalle tinte oscure, in cui il bisogno di riscatto del protagonista, Alessio, esplode in tutta la sua irruenza. Alessio è informatore scientifico e passa ore di lunga e noiosa monotonia nelle sale d’attesa dei medici. Nel frattempo, il suo matrimonio è alla deriva. In un giorno come tanti, nella classica sala d’attesa, la frustrazione rende Alessio particolarmente reattivo alle “discussioni da fila” su chi e perché debba avere la precedenza. La sala d’attesa si trasforma in un ring. Alessio insorge contro un gruppo di pazienti, di cui non sopporta i modi petulanti che si trasformano nella detestabile arroganza di chi vuole avere per forza ragione. Ormai il danno è fatto: Alessio ha messo KO tre persone. L’uomo, data la sua indole fumantina, decide di non fare gli onori alle forze dell’ordine e se la fila a gambe. Inizia così la sua vita da fuggitivo. Poco male: quale occasione migliore per un cambiamento radicale di vita? Alessio, da adesso in poi, sarà preda di eventi e incontri imprevedibili, che renderanno la sua vita ordinaria senz’altro più avventurosa. Conosce una bella ragazza, la quale si propone di aiutarlo a nascondersi. La narrazione diventa sempre più incalzante e procede accogliendo, dopo il punto di vista di Alessio, quello degli altri due personaggi principali: Elena e il commissario Marrone. Il lettore avrà dunque a che fare con tre verità: vittima, carnefice e investigatore, i quali raccontano i fatti, spiazzando il lettore, tra colpi di scena e temi trattati. Una storia di surreale malvagità, di proiezioni illusorie e centrata su paure ataviche: il male che devasta le anime e i corpi. Ogni personaggio ha i suoi motivi per comportarsi in una dato modo, dalla frustrazione alla mera malvagità, dall’ambizione di potere alla vendetta, dalla manipolazione al controllo sugli altri, fino alla necessità di ottenere giustizia. Le dinamiche via via si complicano, giacché i personaggi devono destreggiarsi contro forze demoniche assettate di carne e sangue, dipinte dall’autore in tutta la loro, se così possiamo dire, “orrorifica bellezza”. Gli uomini coinvolti sono comunque vulnerabili, in preda di se stessi e di chi manipola la loro mente senza che essi se ne avvedano fino in fondo.
TEMI
Il male
All’interno delle confessioni di matrice cristiana, soprattutto nel cristianesimo, il male prende forma nel peccato, nelle tentazioni del maligno. E se la Chiesa cattolica ribadisce la reale esistenza del Diavolo che esercita il suo influsso sul corpo dell’uomo per accaparrarsi il credo dei più fragili, ecco che la possessione diabolica diviene una certezza. Così la paura del demonio condiziona le azioni dei fedeli. Il lettore ha dunque due opzioni: prendere per buono che i demoni esistano e leggere una storia come quella raccontataci da Vivona con la paura delle loro “anime immonde”, oppure abbandonarsi a un racconto di fantasia, godendo della suspense e dell’ansia senza per questo farsi tubare dal "fantasioso”.
Il male di cui Vivona parla è un male con cui scendere a patti, un male che forse non si sceglie ma si presenta. L’indemoniato perde il controllo o lo prende, diventando egli parte integrante del male?
Possessione o malattie psichiatriche?
“I mostri esistevano, lui li aveva visti, e la vita era troppo breve per sprecarla. Troppo rapida per non godere della presenza delle persone che amiamo e a cui dovremmo dirlo prima che sia troppo tardi.”
Nel romanzo di Vivona i demoni, nelle loro orribili sembianze, non sono un’ipotesi, ma divengono una realtà che s’insinua nel quotidiano e dalla quale non si può fuggire. Quindi no, nessuna “possessione” interpretabile in termini psicopatologici di soggetti psichicamente labili e suggestionabili, ma scontri con demoni che pretendono dall'uomo e che vanno accontentati.
Le pratiche esorcistiche, che normalmente seguono rituali decodificati, in “Anime immonde” sono sperimentali, nelle mani di esorcisti deviati e ciò rende il tutto ancora più sordido.
"Purtroppo per me non è ancora del tutto chiaro se davvero i Loro incubi indotti ti portano da un'altra parte permettendo alla tua anima di attraversare qualche buco delle loro anime immonde."
Desiderio di riscatto
Una vita monotona quella di Alessio, sufficientemente frustrato da impazzire per un nonnulla, per quelle normali insidie del quotidiano fatte di lamentele e sopraffazione. La sua fuga è un nuovo inizio o la sua fine? Forse la vera lotta è quella con i suoi demoni interiori?
PERSONAGGI
Un cast indubbiamente ben costruito. I personaggi sono realistici, credibili e delineati con cura.
Alessio Spina
Quarant'anni, separato e informatore scientifico fallito. In un giorno di “straordinaria follia” il nostro caro Alessio pensa bene di picchiare un ciccione, un vecchietto e un medico nella sala d’attesa di uno studio medico. Oibò! Che cosa farà? Affronterà le autorità o scapperà? Vincerà la seconda opzione ed ecco che ci troveremo "un quarantenne in fuga con pancetta, pochi capelli, pochi soldi e tanti guai."
Elena Ghironda
Attenzione alla belle Elena, sexy tatuatrice che fa girare la ciribiricoccola al nostro Alessio. Quest’ultimo la conosce in aereo, durante il viaggio che da Cagliari lo porterà a Milano. Alessio confiderà le sue imprese alla sua compagna di viaggio, ma Elena non ha paura di lui, tutt’altro:
"...mi sembri un tipo a posto e questo pomeriggio siamo stati bene quindi... ecco non farti strane idee ma ho una proposta da farti"
Che proposta farà Elena ad Alessio?
Elena abita nella zona residenziale di Desio. E allora? E allora entreremo nella sua abitazione e ne scopriremo delle belle (“belle” si fa per dire… Bisognerà essere pronti a tutti, anche ad accogliere personaggi che vorremmo distanti da noi anni luce)
Naomi Turco
Cugina medico di Elena, nonché proprietaria dell'appartamento dove lui…
Padre Francesco Licata
Esorcista. E che ci fa un esorcista in questo romanzo? Giocherà a puzzle? Danzerà una bachada? No, probabilmente avrà a che fare con qualche forza benigna, dolce e carezzevole!
CITAZIONI
..."il male è veramente il male o è solo il bene in maniera imperfetta...?"
"È possibile che la coscienza, nel momento della morte, resti imprigionata in un istante quasi eterno o comunque molto lento?"
STILE NARRATIVO
Nella prima parte del romanzo il narratore è omodiegetico e per la precisione si tratta del protagonista: Alessio Spiga, la cui “g” è sul punto di trasformarsi in “f”, e per un pelo non in “r”. L'apprendere lo svolgersi dei fatti da Alessio, con il suo lessico spesso e volentieri greve, è come andare sulle montagne russe, dove le salite sono le sue illusioni e le discese le sue prese di posizione (similitudine dedicata all’autore, che le apprezza molto… Nel romanzo ne ho perso il conto!).
Nella seconda parte l’io narrante è Elena Ghironda, non esattamente un’educanda, anche lei dal lessico colorito, la quale ci dice esattamente come stanno le cose e… puff! Le nostre poche certezze sul suo conto probabimente crolleranno tutte.
Nella terza parte c’è un ulteriore cambio di prospettiva: il narratore è esterno ed è qui che le cose prenderanno una direzione poco piacevole per gli animi più sensibili a certi temi. Conosceremo il commissario Pietro Marrone e… allacciate le cinture per decollare verso il pianeta “Non ci credo” o “Ci credo”.
La lettura è scorrevole, salvo i monotoni e pesantucci intercalari un po' troppo frequenti e non proprio presi in prestito dal francese! 😜 L’autore, amico delle similitudini e forse fedele assertore de “le parolacce non sono mai troppe” (è la prima volta che leggo un romanzo così tempestato di “diamanti del torpiloquio”), darei un premio fedeltà per essere stato aderente al suo stile fino alla fine… tra "c...i" e "come" chi vincerà?! 🤣 Personalmente avrei preferito una diversificazione nei termini, puntando su epressioni ironiche che avrebbero reso maggiore onore allla sua penna pungente.
L'ironia e il sarcasmo dell'autore sono una vera chicca.
Vivona con questo suo romanzo d'esordio ha dimostrato di avere arte e mestiere da vendere. Un'opera prima con il botto... e qualche esorcismo tanto per gradire! Un romanzo d'esordio da premiare per creatività e coraggio con cinque stelle luminose, che si stagliano nell'oscurità di una storia strong. Consigliato a chi ama osare.
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